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martedì 2 aprile 2013

fare scuola con le tecnologie


MULTI - MEDIA from Raffaella Traniello on Vimeo.

la presentazione di questo interessantissimo video recita:
Quando il tablet entra in una scuola come uno dei tanti strumenti possibili, la "didattica del fare" stimola i cervelli senza alcuna mitizzazione della tecnologia.
... da qui una domanda: per quale motivo bisogna sempre giustificarsi per l'uso delle tecnologie nell'insegnamento? perchè bisogna sempre dimostrare che le tecnologie vengono utilizzate in modo integrato con gli altri strumenti quasi fossero strumenti pericolosi? 

...poi una riflessione: una metodologia di questo tipo, se applicata SEMPRE (come sarebbe auspicabile), pone necessariamente il problema del tempo e di conseguenza della riduzione dei contenuti. 
Un'esperienza così ricca di linguaggi diversi e così integrata come quella presentata dal video mostra come, se è stato possibile studiare in modo così dettagliato la vita nel giardino della scuola, ciò probabilmente non avverrà nello stesso modo con la vita della pozza marina o dello stagno (se non altro per non averli a disposizione con la stessa facilità). Progettare un lavoro, guardare con occhi attenti un semplice pezzo di terra, cioè studiarlo partendo dall'esperienza diretta,  "insegna" un metodo di lavoro ma riduce notevolmente i contenuti, con buona pace di chi invece insegue o è costretto (penso ai colleghi delle Secondarie soprattutto di secondo grado) a "terminare il programma": metodo vs contenuti. 

Un altro motivo per cui questo video è molto interessante è il fatto che, al di là dello strumento IPad e LIM, propone un'attività  vecchia (con questo non voglio assolutamente ridurne la valenza didattica, anzi sottolinearne la riproducibilità e la validità). Un'esperienza simile è fattibile in contesti anche molto diversi:  penso per esempio alle attività condotte nella Scuola Media di Patrica negli anni '90 con la creazione e gestione di un museo naturalistico e di un orto botanico (ma penso che chiunque possa ripensare ad attività simili svolte in passato o nel presente).  Non era ancora possibile utilizzare strumenti tecnologicamente avanzati a parte un uso molto arcaico di qualche primo computer e di una rete Internet praticamente inesistente. Però l'esperienza funzionava lo stesso, utilizzando strumenti vecchi,  un  video proiettore, diapositive, registratore e molta carta. 

Qual è allora il valore aggiunto della della tecnologia? Un valore semplice: offrire strumenti rapidi, veloci e soprattutto integrati, linguaggi multipli in una mano. L'innovazione tecnologica da sola non basta per fare una scuola nuova. 
L'innovazione tecnologica dà voce, occhi e mani all'idea.
...poi,  se non si ha a disposizione un IPad per ogni bambino, si può sempre ricorrere ad una macchinetta fotografica, un vecchio PC, addirittura un registratore... è un po' più complicato ma si può fare.  

lunedì 1 aprile 2013

Spazio e scuola


pubblico il LINK alle mie riflessioni sullo spazio a scuola; pubblico anche il video (un po'in ritardo, è vero) relativo all'esperienza dell'ABCD di Genova

giovedì 10 gennaio 2013

A parlare di scuola...


E' stato pubblicato in formato digitale e gratuito un lavoro del Prof. Roberto Maragliano dell'Università RomaTre . 

maragliano
  1. Interessante il discorso sul concetto ormai vecchio (? o è sempre stato così?) di "disciplina" legato all'uso del manuale, della lezione frontale che prevede che gli studenti siano divisi in classi omogenee per età ed in ogni classe vi siano file di banchi di fronte alla cattedra (modello che era messo in discussione già a fine '800).
  2. Interessante la parte finale del testo sul rapporto tra docenti ed alunni al tempo dei socialnetwork.
    Per il prof. Maragliano il cambiamento passa attraverso un diverso rapporto con i nuovi media. Gli insegnanti devono tendere ad "acquisire una piena cittadinanza dentro i territori prodotti e segnati dalle infrastrutture del digitale e della rete" e immaginare una riscrittura delle conoscenze «che nell'articolazione reticolare e multimediale e a-disciplinare dei saperi proposti mostrino coerenza con la natura di tali territori».
    Così come è stato descritto nelle attività di documentazione del progetto Cl@sse2.0, almeno nelle fasi iniziali, ciò crea disagio per gli stessi allievi; infatti, la routine tradizionale della scuola: lezione-studio-interrogazione, risulta la via più "normale" e comoda per ottenere un buon voto.
    Mi piace il giudizio sul cambiamento che evita lo schieramento tra "tecnologi" e "non tecnologi", sottolineando che il cambiamento è in atto e bisogna impegnarsi a comprendere il contesto in cui viviamo, pena l'esserne sopraffatti o tirati fuori. Per chi volesse leggere il testo di R. MaraglianoImmobile scuola. Alcune osservazioni per una discussione ecco uno dei link per scaricarlo