venerdì 4 ottobre 2019

I compiti della prof - un film in un immagine - Wargames 1983


Anche se nel bar, come in tutti i bar davanti la scuola, i rumori si inseguivano e si riproducevano a volume sempre più alto; anche se la luce del mattino entrava prepotente, nel bar c’era un altro luogo. Un luogo nel luogo. Erano due ambienti simili e opposti al tempo stesso. Una specie di matrioska. 
David era al livello della bambolina più interna, la matrioska che non si apriva, perché era l’ultima, era il nucleo della vita. La sfida. 
David e lo schermo nero erano uno lo specchio dell’altro. Il nero rifletteva il volto di David ma al tempo stesso lo catturava come se anche lui facesse parte del gioco. Lo sfondo nero era riempito dalla faccia assorta di David. Era concentrato, il ragazzo. Le mani si muovevano velocissime all’inseguimento dei nemici. Le traiettorie degli alieni correvano sulla faccia di David, intrecciavano percorsi di punti luminosi azzurrini  intorno al naso, agli occhi, alla bocca e si perdevano...
Un’ombra gli tagliava a metà il profilo. La metà in ombra era la metà nascosta, quella di un ragazzo curioso, che affrontava le sfide come un videogioco, pronto a passare al livello superiore, a non perdere la moneta già inserita nella macchina. L’altra metà, quella in chiaro era l’aspetto che mostrava agli altri, a scuola, con i compagni, le battute al prof, la consulenza psicologica ricorrente e inutile, i genitori persi dietro le loro cose. La camicia a quadretti sbottonata sulla maglietta a girocollo era la sua divisa. Banale, uguale a tutti gli altri. Uguale?

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